79°anniversario della distruzione dell’Abbazia, D.Giuseppe Roberti presiede la Celebrazione eucaristica

15 febbraio 1944-15 febbraio 2023 79 anni dalla distruzione di Montecassino.

Alle 10.30 nella Basilica Cattedrale dom Giuseppe Roberti, priore dell’Abbazia, ha presieduto la Celebrazione Eucaristica animata dal coro dei piccoli allievi della Scuola San Benedetto di Cassino, gestita dalla Fondazione san Benedetto. Presenti il sindaco della città di Cassino, Enzo Salera, e alcuni sindaci della Terra Sanct Benedicti. Il Vicario del Prefetto di Frosinone, con tutti i rappresentanti delle Forze dell’Ordine di Cassino e dell’Areonautica di Frosinone oltre a cittadini di Cassino e di località limitrofe.

Molto sentita anche la partecipazione della terza classe sezione AGA dell’IIS Medaglia D’oro di Cassino che, insieme ad una Associazione della città, ha ricordato il bombardamento anche osservando un minuto di silenzio nel chiostro bramantesco prima di partecipare alla Celebrazione eucaristica.

Ricordare la distruzione, quindi, per non dimenticare quanto  sia stata importante la rinascita, quanto quel ‘Succisa Virescit’- motto dell’Abbazia più volte distrutta e sempre rinata- abbia detto molto ad una Nazione che cercava di rinascere dalle macerie che la guerra aveva lasciato dietro di sè. Un simbolo, dunque, e un monito allo stesso tempo. Montecassino come simbolo importante e forte di distruzione e rinascita a cui ancora oggi si guarda, e allo stesso tempo un monito in un momento in cui non distante da qui ancora si combatte, si distrugge e si muore.

Di seguito un estratto dell’omelia pronunciata da D.Giuseppe durante la Celebrazione e il servizio fotografico di Roberto Mastronardi.

“Benvenuti nella casa di San Benedetto, nella casa del Signore.
79 anni fa a quest’ora, in questo luogo c’era l’inferno. Oggi complice anche una bella giornata quasi primaverile c’è il paradiso.
La guerra : l’inferno. La Pace: il paradiso. Purtroppo l’uomo non ha imparato ancora nulla. E mai come oggi abbiamo bisogno di Pace abbiamo bisogno di conforto, di riconciliazione e di rispetto reciproco se vogliamo salvare l’umanità.

Ma dov’è il fondamento della pace, della vera pace? Per noi credenti il fondamento della pace è Cristo Gesù., che ha caricato su di sé di tutte le nostre sofferenze per portarci la Pace.

Quella Pace che deve imprescindibilmente iniziare prima dentro di noi, non all’esterno. Solo se noi la troviamo in noi stessi e ci riappacifichiamo con noi stessi e poi con gli altri, allora diventiamo costruttori di Pace. Solo così possiamo costruire quella che S.Paolo VI chiamava la Civiltà dell’Amore.

Poiché non possiamo dare ciò che non abbiamo, cominciamo allora nel nostro piccolo nelle nostre famiglie nelle nostre relazioni interpersonali, nelle nostre istituzioni e nel nostro servizio pubblico a portare la Pace, quella Pace che, dunque, abbiamo prima costruito dentro di noi.

Dobbiamo poggiare la Pace su valori indistruttibili: il rispetto per noi stessi e per gli altri. Quello che manca oggi nella nostra società è proprio il rispetto reciproco. Perché, se ci fosse rispetto per chi ci è accanto, indipendentemente dal fatto che abbia idee diverse dalle nostre, potremmo davvero essere costruttori di Pace.

E noi tutti qui riuniti, a ricordo anche della tragedia che questo luogo ha subito insieme alla città di Cassino, dovremmo imparare a fare tutti gli sforzi possibili per creare Pace attorno a noi.