Storia e Contenuto della Regola

La Regola di San Benedetto può essere considerata un insieme di linee guida fortemente ispiranti, sia spirituali sia organizzative, scritte durante il VI secolo. Anche se venne concepita nello stesso periodo in cui San Benedetto fondava il suo sacro monastero, non fu mai pensata per essere esclusivamente di Montecassino. Fu piuttosto pensata per essere un manuale sacro per la vita e le attività monastiche di tutte le abbazie.

Per la stesura della sua Regola, San Benedetto fu ispirato dai suoi compagni di vita spirituale(Romano di Subiaco per esempio), dalle Scritture, dai Salmi, dai Vangeli e dalla Regula Magistri, documento scritto da un abate anonimo. La corrispondenza tra la Regula Magistri ( Regola del Maestro) e la Regola di San Benedetto è stato argomento di studio e di discussioni accademiche nel corso dei secoli. Oggi c’è un consenso piuttosto ampio che indica come la stesura della Regola di San Benedetto avvenne dopo quella della Regola Magistri e di conseguenza fu un’altra fonte di ispirazione per San Benedetto.

La Regola è composta da un prologo e 73 capitoli. Originariamente fu scritta nella lingua del tempo: Lingua Vulgaris e la sua lingua, semplice e precisa fu descritta poi da San Gregorio Magno come sermone luculentam o “dalla lingua assai chiara” volendo indicare come fosse stata scritta in una lingua semplice da seguire e da comprendere.

Il prologo introduce ai principi fondamentali della vita religiosa e spirituale, esposti in modo da sembrare pronunciati da un padre amorevole che accoglie e consiglia i propri figli. Nel prologo troviamo già alcuni punti chiave della Regola: l’obbedienza, l’importanza della preghiera, la rinuncia alla volontà personale per ottenere la saggezza e le virtù degli altri, prima e soprattutto Dio, la comunità e i nostri antenati nella vita monastica. Nei 73 Capitoli vengono trattati doveri e responsabilità dell’Abate, le istruzioni e le linee guida per la preghiera, il codice di condotta, la disciplina, l’organizzazione all’interno del monastero e molti altri aspetti incluso l’abbigliamento, gli abiti, il protocollo da seguire per l’ospitalità, le norme per i doni e per la corrispondenza , le regole per la vendita di ogni bene o prodotto artigianale e ogni altra specifica istruzione che riguardi la vita monastica.

Considerata nel suo insieme, la Regola ha in sé un messaggio di amore, devozione a Dio, preghiera, lavoro, castità, sobrietà, obbedienza, umiltà e condivisione. Leggendola si rimane colpiti dalla sua visione incredibilmente sensibile della vita e della natura umana, dalla sua mancanza di durezza o richieste eccessive verso il devoto. San Benedetto trovò grande armonia ed equilibrio nella sua Regola che contiene parole di incoraggiamento, invitando tutti a seguire il sentiero sacro e a non perdere la speranza quando tutto ci sembra difficile. L’ultimo capitolo ha un importante messaggio conclusivo in cui San Benedetto invita tutti e ognuno, non soltanto monaci e abati, a seguire queste semplici Regole spirituali di virtù e devozione:

“Chiunque tu sia , che ti affretti alla patria celeste, metti in pratica con l’aiuto di Cristo questa minima Regola per principianti appena delineata; e allora a quelle più alte vette di dottrina e di virtù[…]potrai certo facilmente giungere con la protezione di Dio. Amen”.

Storia e Contenuto della Regola

La Regola di San Benedetto può essere considerata un insieme di linee guida fortemente ispiranti, sia spirituali sia organizzative, scritte durante il VI secolo. Anche se venne concepita nello stesso periodo in cui San Benedetto fondava il suo sacro monastero, non fu mai pensata per essere esclusivamente di Montecassino. Fu piuttosto pensata per essere un manuale sacro per la vita e le attività monastiche di tutte le abbazie.

Per la stesura della sua Regola, San Benedetto fu ispirato dai suoi compagni di vita spirituale(Romano di Subiaco per esempio), dalle Scritture, dai Salmi, dai Vangeli e dalla Regula Magistri, documento scritto da un abate anonimo. La corrispondenza tra la Regula Magistri ( Regola del Maestro) e la Regola di San Benedetto è stato argomento di studio e di discussioni accademiche nel corso dei secoli. Oggi c’è un consenso piuttosto ampio che indica come la stesura della Regola di San Benedetto avvenne dopo quella della Regola Magistri e di conseguenza fu un’altra fonte di ispirazione per San Benedetto.

La Regola è composta da un prologo e 73 capitoli. Originariamente fu scritta nella lingua del tempo: Lingua Vulgaris e la sua lingua, semplice e precisa fu descritta poi da San Gregorio Magno come sermone luculentam o “dalla lingua assai chiara” volendo indicare come fosse stata scritta in una lingua semplice da seguire e da comprendere.

Il prologo introduce ai principi fondamentali della vita religiosa e spirituale, esposti in modo da sembrare pronunciati da un padre amorevole che accoglie e consiglia i propri figli. Nel prologo troviamo già alcuni punti chiave della Regola: l’obbedienza, l’importanza della preghiera, la rinuncia alla volontà personale per ottenere la saggezza e le virtù degli altri, prima e soprattutto Dio, la comunità e i nostri antenati nella vita monastica. Nei 73 Capitoli vengono trattati doveri e responsabilità dell’Abate, le istruzioni e le linee guida per la preghiera, il codice di condotta, la disciplina, l’organizzazione all’interno del monastero e molti altri aspetti incluso l’abbigliamento, gli abiti, il protocollo da seguire per l’ospitalità, le norme per i doni e per la corrispondenza , le regole per la vendita di ogni bene o prodotto artigianale e ogni altra specifica istruzione che riguardi la vita monastica.

Considerata nel suo insieme, la Regola ha in sé un messaggio di amore, devozione a Dio, preghiera, lavoro, castità, sobrietà, obbedienza, umiltà e condivisione. Leggendola si rimane colpiti dalla sua visione incredibilmente sensibile della vita e della natura umana, dalla sua mancanza di durezza o richieste eccessive verso il devoto. San Benedetto trovò grande armonia ed equilibrio nella sua Regola che contiene parole di incoraggiamento, invitando tutti a seguire il sentiero sacro e a non perdere la speranza quando tutto ci sembra difficile. L’ultimo capitolo ha un importante messaggio conclusivo in cui San Benedetto invita tutti e ognuno, non soltanto monaci e abati, a seguire queste semplici Regole spirituali di virtù e devozione:

“Chiunque tu sia , che ti affretti alla patria celeste, metti in pratica con l’aiuto di Cristo questa minima Regola per principianti appena delineata; e allora a quelle più alte vette di dottrina e di virtù[…]potrai certo facilmente giungere con la protezione di Dio. Amen”.