Montecassino, il video messaggio dell’Abate Luca per la Santa Pasqua 2023

Il testo del messaggio:
Carissimi sorelle e fratelli, credetemi, non è un modo di dire, ma un sentimento vero: provo tanta gioia nel raggiungervi, e per me è la prima volta, con questo breve messaggio per assicurarvi il mio augurio, e soprattutto la preghiera – la mia e anche quella di tutti i miei fratelli, monaci di Montecassino – in questa Pasqua, che, ripeto, vivo e celebro per la prima volta in mezzo a voi. Sento di essere accolto nelle vostre case, nelle vostre famiglie, nei luoghi in cui ogni giorno si svolge la vostra vita, e vi sono grato della vostra premurosa ospitalità. Vorrei raggiungere ciascuno personalmente, ma non è possibile, e allora cerco di farlo grazie a questo video.
Vi raggiungo nei luoghi della vostra vita a partire da un luogo significativo del nostro monastero, nel quale ora mi trovo. È la cappella di santa Anna, posta proprio sopra il cimitero monastico, che custodisce i corpi dei monaci che hanno vissuto qui a Montecassino, e che ora riposano nella pace e nella speranza, attendendo il giorno della loro risurrezione in Cristo.
Mi è parso questo un luogo significativo per rinnovare a voi l’annuncio pasquale: Cristo è risorto, è veramente risorto, e anche noi, in lui, risorgeremo. La morte è vinta per sempre. E con la morte è vinta ogni forma di male, anche se noi viviamo ancora il tempo della lotta e del combattimento, che è segnato da tante fatiche, sofferenze, tribolazioni. Ma anche da una certezza: l’ultima parola non appartiene alla morte, l’ultima parola è del Signore Risorto, lui che è l’Alfa e l’Omega, cioè il principio e la fine. Sta al principio della nostra vita, ma sta anche alla fine, al compimento della nostra esistenza: la parola finale, l’ultima parola, è la sua, ed è sempre una parola di vita, di gioia, di rinascita, di speranza.
Noi ci apprestiamo a celebrare la Pasqua, e la celebriamo ogni anno in tre giorni, i tre giorni del triduo pasquale, i tre giorni del Cristo morto, sepolto e risorto. Il venerdì facciamo memoria della sua passione e morte, il sabato della sua sepoltura e discesa negli inferi, la domenica della sua risurrezione e glorificazione nell’amore del Padre. Vorrei dire una parola proprio sul sabato, sul ricordo della sua discesa agli inferi. Noi crediamo che egli è andato a liberare e a ridare vita anche a coloro che erano prigionieri della morte. Per questo ho voluto raggiungervi con questo messaggio proprio da questo luogo, per ricordare che la parola della risurrezione e della vita libera tutti coloro che sono prigionieri della morte.
E sono tante le morti che oggi ci imprigionano. Pensiamo alla guerra, o meglio alle tante guerre che insanguinano il volto della nostra terra; alle catastrofi naturali, come il terribile terremoto che ha di recente colpito Turchia e Siria; pensiamo a chi muore in mare o durante i tanti viaggi di speranza intrapresi da chi lascia la propria terra in cerca di un futuro migliore, e spesso trova solo violenza, morte, rifiuto. Ma tanti sono anche coloro che muoiono perché prigionieri di dipendenze, né possiamo dimenticare le sempre troppe vittime del lavoro, della strada, della criminalità organizzata e non. Tanti sono i luoghi di morte che attendono liberazione, e che devono essere raggiunti dall’annuncio della Pasqua. Sì, Cristo è davvero risorto ed egli ci libera dalla morte e dalla disperazione. Trasforma tutti i sepolcri di morte in grembi di rinascita, di nuova vita.
Questo è allora il mio, il nostro augurio per questa Pasqua, che possiate ascoltare, accogliere, credere, in questa parola che torna a ridare vita, speranza, pace, gioia, dentro quei piccoli o a volte grandi sepolcri che anche la nostra vita può attraversare. E che dobbiamo vivere con fede, con affidamento, certi che è Dio ad avere l’ultima parola sulla nostra vita, e che la sua parola è sempre parola di benedizione. Parola che dice e opera il nostro bene.
Buona Pasqua!