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Un crescendo di prenotazioni per la mostra “Montecassino e Dante”

“Montecassino e Dante”, a 700 anni dalla scomparsa del Sommo Poeta

A poco più di un mese dalla sua inaugurazione, è ancora un crescendo di richieste di informazioni, prenotazioni e visite per la Mostra “Montecassino e Dante” ospitata all’interno del Museo dell’Abbazia di Montecassino e curata dalla Comunità Monastica.

Per la prima volta in anteprima mondiale, Montecassino espone nel suo Museo il codice 512 della Divina Commedia del XIV sec. con a margine le note di Pietro Alighieri, figlio del Sommo Poeta, a 700 anni dalla sua scomparsa. La mostra, presentata sabato 11 settembre in una Sala San Benedetto al massimo della sua capienza attuale, è stata inaugurata subito dopo all’interno del Museo abbaziale da Sua Eminenza Rev.ma Card. José Tolentino de Mendonça, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa.

In tanti hanno voluto essere presenti ad un evento che senza dubbio si può definire storico: autorità civili e militari, sostenitori e amici della Comunità monastica sono arrivati con largo anticipo rispetto all’orario indicato, desiderosi di poter assistere ad un evento che si può senza dubbio definire storico.

La presentazione, moderata dalla sempre professionale Laura D’Onofrio, ha visto gli interventi di S.E. Rev.ma Cardinale José Tolentino de Mendonça, di Dom Mariano Dell’Omo, archivista dell’Abbazia di Montecassino e di S.E.Dom Donato Ogliari, Abate di Montecassino.

Gli interventi
L’Abate Donato, in apertura, ha messo in evidenza i punti che legano Dante a Montecassino: “Oltre a quello evidente delle terzine dedicate a San Benedetto e Montecassino nel canto XXII del Paradiso, vi è
un secondo legame più invisibile tra il Placito Cassinese o Capuano e la Divina Commedia di cui noi conserviamo questo prezioso manoscritto del secolo XIV.

Un filo invisibile collega questi due preziosi documenti perché, come sapete, il Placito Capuano conserva i primi vagiti della lingua italiana, mentre la Divina Commedia è una fucina della nostra lingua, perché attraverso la pratica poetica Dante ha saputo selezionare i volgari delle varie parti d’Italia costruendo in maniera viva il nostro idioma.

Ci sono, poi, anche delle risonanze spirituali che parlano direttamente alla Comunità monastica, un afflato spirituale che un po’ si ricollega alla vita monastica, quasi come una bussola che ci indica la meta verso la quale proseguire e allo stesso tempo ci esorta a non lasciarci scoraggiare dalle selve oscure della vita che rischiano di metterci in difficoltà di fronte alle prove che la vita porta con sé. Proprio oggi ricorre il ventesimo anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle, una selva oscurissima che ha inciso in tutto il mondo a tanti livelli.
La Divina Commedia ci parla ancora oggi e ci invita a gettare lo sguardo oltre queste selve oscure per poter far trionfare la fiducia, la speranza in un futuro migliore.

È stata poi la volta di Dom Mariano Dell’Omo che con il suo intervento ha permesso ai presenti di immergersi nella bellezza e nella unicità del codice 512:

A Montecassino ma anche altrove, provenienti da Montecassino, si conservano esemplari manoscritti unici senza dei quali non conosceremmo opere che appartengono alla storia della letteratura in generale.
Anche il codice 512 che racchiude la Divina Commedia di Dante e data alla seconda metà del XIV sec. ha una sua singolare identità. Intanto è l’unico manoscritto contenente l’intero capolavoro dantesco che si conservi a Montecassino perché gli altri due codici, il 590 e il 511 rispondono ad un progetto che non è quello esclusivamente di divulgare il testo dantesco in quanto tale.

Qual è invece il valore tutto speciale del codice 512?
Sono tre gli elementi fondamentali che caratterizzano questo manoscritto cartaceo:
l’antichità del testo, sebbene non appartenga al gruppo dei codici della Commedia più antichi in assoluto.

La presenza di glosse che derivano dal fondamentale commento di Pietro Alighieri, figlio primogenito di Dante, e che offrono anche profili originali e utili a valutare e datare il commento stesso. E poi l’aggiunta di notabilia cioè di segni speciali, contrassegni talvolta anche bizzarri, vere e proprie avvertenze poste a margine dei passi ritenuti memorabili del testo dantesco.

Oltre al testo completo della Commedia si può sottolineare che, con l’apparato di glosse tradizionalmente note ai filologi danteschi come Glosse Cassinesi appunto, il codice contiene anche altri testi complementari o anche estranei alla Commedia. Nelle pagine finali del manoscritto troviamo infatti il capitolo in terza rima, a esposizione e riassunto dell’argomento della Commedia, dell’altro figlio di Dante, Jacopo Alighieri, con delle chiose interlineari e marginali. E ancora il capitolo in terza rima di Bosone da Gubbio a compendio sempre della Commedia. C’è poi nell’ultimo foglio un sonetto di Petrarca, il numero 102 del Canzoniere.

Che i due capitoli riassuntivi della Commedia siano programmati lo dimostra il fatto che la mano che ha copiato i due testi è la stessa. La mano principale, la mano A in scrittura semigotica che ha vergato tutte le terzine della Commedia e il commento principale sui margini. Diversamente il sonetto del Petrarca è di mano del secolo XV.”

S.Em. Card. José Tolentino de Mendonça ha infine chiuso la serie degli interventi :
“Siamo saliti oggi come pellegrini alla Sacra Montagna, guardiamoci attorno, guardiamo a questi ambienti che la storia ha segnato e fermiamoci idealmente assieme a Dante. Guardiamoci attorno, guardiamo prima di tutto questi ambienti che la Fede e la vita cristiana hanno largamente abitato e che la storia ha segnato ma mai distrutto. Contempliamo la preziosissima biblioteca custodita qui da secoli, esempio massimo di continuità di studi che ci fanno risalire allo splendore medievale, quando l’Archicenobio fu elemento propulsivo per la crescita culturale.

Scopriamo così che Montecassino è davvero icona della città costruita sul monte che brilla di grande luce, lampada che non può stare sotto il moggio, ma come la sua stupenda posizione geografica ci insegna deve essere posta sul lucerniere, a far luce sui nostri passi di pellegrini. La mostra Montecassino e Dante ci testimonia proprio un cammino da intraprendere, da continuare anche nell’ora della debolezza e della fatica.
Montecassino è qui a dirci che con la forza della preghiera, della comunione di vita fraterna della contemplazione della bellezza, degli studi, del lavoro assiduo illuminato e pacificato dalla fede si può e si deve procedere nel cammino cui noi tutti siamo chiamati.

Due graditissimi intermezzi musicali hanno intervallato la presentazione con l’eleganza della voce del soprano Tania Di Giorgio e l’impeccabile esecuzione al pianoforte di Dom Alessandro Trespioli, monaco di Montecassino che hanno regalato intense emozioni ai presenti in sala. Il primo brano eseguito è stato il “Recitativo ritmato” di Gioacchino Rossini, che mette in musica le parole con cui Francesca da Rimini, interrogata da Dante, racconta – ai versi 127-138 del canto V dell’Inferno – l’inizio della storia dell’amore extramatrimoniale con Paolo: “Noi leggevamo un giorno per diletto…”.

Per il secondo momento musicale, è stata la volta dell’ ”Ave Maria volgarizzata da Dante”, di Giuseppe Verdi in cui, nella preghiera alla Vergine, si alternano la luce della fede e della speranza, da una parte, e l’ombra del timore e dell’incertezza dall’altra.

L’esposizione
Dopo i saluti istituzionali del Sindaco di Cassino, dott. Enzo Salera, e del direttore Generale dei Musei Lazio, dott. Stefano Petrocchi, tutti i partecipanti hanno raggiunto la sala del Museo in cui è ospitata la Mostra.

Una esposizione che, a detta di chi già l’ha visitata, non lascia nulla al caso: su tutto domina il quadro ritraente il Sommo Poeta che pare vegliare sui preziosi testimoni manoscritti e a stampa, tutti aperti su pagine accuratamente scelte. Il video, proiettato sullo sfondo delle teche che ospitano il manoscritto 512 e il 257 contenente La Visione di Alberico, per molti fonte di ispirazione per Dante, aiuta a comprendere le peculiarità dei magnifici testi esposti. Infine la possibilità di sfogliare digitalmente il codice per avvertire seppur in minima parte l’emozione che si può provare sfogliandolo davvero.

In fondo alla sala, prima di entrare nel chiostrino di S.Anna, due gigantografie di illustrazioni dantesche del XIX sec. di Gustavo Dorè incorniciano i capolavori che da gennaio 2022 torneranno ad essere protetti e custoditi all’interno della Biblioteca e dell’Archivio abbaziali.

Le prenotazioni per la visita alla mostra stanno superando le migliori aspettative. Molte le scolaresche che già hanno visto da vicino i preziosi testimoni manoscritti e a stampa e tante hanno in programma la visita fino a dicembre. È consigliabile in ogni caso verificare preventivamente gli orari di apertura del museo abbaziale.


La versione integrale della diretta della presentazione di sabato 11 settembre è disponibile sui canali social dell’Abbazia di Montecassino.

Per informazioni e prenotazioni 0776 311529 oppure guide@abbaziamontecassino.org