02/03/2025 – Ottava domenica del tempo ordinario

Omelia di P. Jordi-A. Piqué OSB
Priore di Montecassino
Domenica VIII, 02.03.2025
Luca 6:39-45
Fratelli e sorelle in Cristo:
In queste domeniche che seguono l’Epifania del Signore, abbiamo accompagnato Cristo lungo le strade e ascoltato la sua predicazione.
Nell’Epifania abbiamo contemplato la “manifestazione” di Cristo come Salvatore di tutti i popoli. Pian piano, in queste ultime settimane, abbiamo assistito alla “manifestazione” concreta del suo essere che si manifesta nella predicazione del Vangelo.
Oggi, nel Vangelo di Luca, ascoltiamo ciò che gli esperti chiamano “Acta et Passa Christi”, cioè, ciò che Gesù, il Cristo ha fatto e ha detto nel suo camminare con noi come Dio e come uomo.
Queste parole di Gesù si esemplificano molto spesso con questi “aforismi”, questi detti a volte contrastanti che ci invitano a riflettere: “un discepolo non è più grande del maestro”; la pagliuzza e la trave nell’occhio; l’albero buono che non può dare frutti cattivi.
Molto spesso ascoltiamo con attenzione questi detti ma normalmente li applichiamo agli altri e non a noi stessi. Pensiamo che questo o quell’ altro dovrebbe ascoltare meglio il Vangelo e applicarlo alla Sua vita.
Ma oltre a ciò che Gesù dice in queste parabole a ognuno di noi, queste parole a volte scioccanti ci manifestano proprio chi è Lui. Lui è l’uomo buono che parla il bene e opera bontà. Lui è quello che guida ai ciechi verso la luce; solo Lui è quello che è capace di togliere le pagliuzze dei nostri occhi e farci vedere la vera luce; Lui è infine l’unico Maestro.
A questo ci chiama il Vangelo di oggi: ad essere attenti alla presenza di Cristo nella nostra vita. A fare della nostra vita, del nostro tempo una “vita di Cristo”. Solo Lui è capace di vincere le nostre paure, il nostro peccato.
Perciò anche la Chiesa, mercoledì prossimo, ci invita a ricordare che dobbiamo convertirci e credere nel Vangelo. Mercoledì delle Ceneri siamo invitati a cominciare il santo esercizio quaresimale che ci porterà alla Santa Pasqua. San Benedetto dice ai monaci di aspettare la Pasqua con “gaudium”, con gioia.
Questa gioia solo viene da Dio. I Santi, Benedetto, Scolastica, e soprattutto Santa Maria hanno saputo vivere la propria vita evangelicamente e con gioia, malgrado le difficoltà.
Che la grazia di questa Eucaristia ci porti alla vera gioia in Cristo, nello Spirito Santo, alla gloria di Dio Padre, Dio Trino ed Uno, per i secoli dei secoli, AMEN.