Spiritualità all’interno del Monastero

Per comprendere appieno un monastero benedettino, si può leggere la Regola di San Benedetto. Scritta da San Benedetto nel VI secolo, descrive ogni aspetto della vita monastica: organizzazione, routine e doveri quotidiani (incluso l’orario delle preghiere, l’Ufficio Divino, le ore canoniche, la Lectio Divina), la proprietà privata, il fare doni, le azioni disciplinari per i membri del monastero, l’elezione dei superiori, il protocollo e le procedure per ricevere visite, come prendersi cura degli ammalati e molte altre norme e linee guida inerenti numerosi altri argomenti.

Un monastero benedettino è una comunità di cenobiti, che vivono insieme, con un loro superiore, secondo la Regola di San Benedetto. Un cenobita è un monaco o una suora che vive obbedendo ad un superiore, generalmente un abate, in una comunità come un monastero. Gli eremiti, invece, sono persone piuttosto religiose che scelgono di vivere nell’isolamento piuttosto che in comunità, come nella prima esperienza di vita spirituale di San Benedetto a Subiaco.

I cenobiti vivono una routine fortemente strutturata fatta di preghiera, lavoro e studio. L’Abate ha le proprie linee guida e i propri doveri: “Si sa infatti per fede che egli nel monastero fa le veci di Cristo[…]Quand’uno dunque prende il nome di abate, deve governare i suoi discepoli con duplice insegnamento, deve cioè tutto quello che è buono e santo, mostrarlo con i fatti più che con le parole; sicché ai discepoli capaci di intendere proporrà i comandamenti del Signore con le parole, ma a quelli di tardo intelletto e di animo rude dovrà insegnare i divini precetti con le proprie azioni.” (Regola di San Benedetto, Capitolo 2). Anche gli Oblati, coloro che vivono all’esterno delle mura monastiche, hanno delle specifiche responsabilità e seguono norme spirituali. Sono membri estremamente coinvolti e attivi della comunità religiosa, e si tengono in stretto contatto con un abate o un Direttore degli oblati.

Al cuore di ogni monastero c’è un disegno perfettamente bilanciato di unione, lavoro duro, comunità, pace, collaborazione, comprensione e obbedienza, e di tutti che camminano assieme verso gli stessi percorsi spirituali di fede. Cenobiti e oblati sono allo stesso modo incoraggiati a non ricercare mai “l’utilità propria, ma piuttosto l’altrui;” e gli viene anche ricordato “si voglia bene a tutti i fratelli; temano Dio nell’amore, amino il loro abate con sincera ed umile carità; nulla assolutamente antepongano a Cristo”. (Regola di San Benedetto, Capitolo 2)

Spiritualità all’interno del Monastero

Per comprendere appieno un monastero benedettino, si può leggere la Regola di San Benedetto. Scritta da San Benedetto nel VI secolo, descrive ogni aspetto della vita monastica: organizzazione, routine e doveri quotidiani (incluso l’orario delle preghiere, l’Ufficio Divino, le ore canoniche, la Lectio Divina), la proprietà privata, il fare doni, le azioni disciplinari per i membri del monastero, l’elezione dei superiori, il protocollo e le procedure per ricevere visite, come prendersi cura degli ammalati e molte altre norme e linee guida inerenti numerosi altri argomenti.

Un monastero benedettino è una comunità di cenobiti, che vivono insieme, con un loro superiore, secondo la Regola di San Benedetto. Un cenobita è un monaco o una suora che vive obbedendo ad un superiore, generalmente un abate, in una comunità come un monastero. Gli eremiti, invece, sono persone piuttosto religiose che scelgono di vivere nell’isolamento piuttosto che in comunità, come nella prima esperienza di vita spirituale di San Benedetto a Subiaco.

I cenobiti vivono una routine fortemente strutturata fatta di preghiera, lavoro e studio. L’Abate ha le proprie linee guida e i propri doveri: “Si sa infatti per fede che egli nel monastero fa le veci di Cristo[…]Quand’uno dunque prende il nome di abate, deve governare i suoi discepoli con duplice insegnamento, deve cioè tutto quello che è buono e santo, mostrarlo con i fatti più che con le parole; sicché ai discepoli capaci di intendere proporrà i comandamenti del Signore con le parole, ma a quelli di tardo intelletto e di animo rude dovrà insegnare i divini precetti con le proprie azioni.” (Regola di San Benedetto, Capitolo 2). Anche gli Oblati, coloro che vivono all’esterno delle mura monastiche, hanno delle specifiche responsabilità e seguono norme spirituali. Sono membri estremamente coinvolti e attivi della comunità religiosa, e si tengono in stretto contatto con un abate o un Direttore degli oblati.

Al cuore di ogni monastero c’è un disegno perfettamente bilanciato di unione, lavoro duro, comunità, pace, collaborazione, comprensione e obbedienza, e di tutti che camminano assieme verso gli stessi percorsi spirituali di fede. Cenobiti e oblati sono allo stesso modo incoraggiati a non ricercare mai “l’utilità propria, ma piuttosto l’altrui;” e gli viene anche ricordato “si voglia bene a tutti i fratelli; temano Dio nell’amore, amino il loro abate con sincera ed umile carità; nulla assolutamente antepongano a Cristo”. (Regola di San Benedetto, Capitolo 2)