I Principi della Vita Monastica

Il modello di vita monastica di San Benedetto è incentrato sulla comunione, sulla preghiera, sul lavoro duro e sul vivere seguendo la Regola. All’interno delle mura monastiche la vita è organizzata e fortemente strutturata, come una strada ben pavimentata, da seguire per una vita di santità e purezza.

C’è una grande concentrazione sull’obbedienza, soprattutto a Dio, poi ai confratelli monaci e all’Abate. Le attività quotidiane, incluso il lavoro, la preghiera e lo studio sono pianificate in modo chiaro, poiché l’ozio è fortemente scoraggiato da San Benedetto.

La vita monastica, così come descritta nella Regola di San Benedetto, è intesa come una vita con un centro assolutamente spirituale e una attività regolare, che sia lavoro manuale, come la gestione di biblioteche, o attività spirituali come la pratica della Lectio Divina. Vivendo all’interno delle mura monastiche, un cenobita (un monaco che vive in una comunità) si lascia alle spalle la concentrazione su se stesso, i vizi, le tentazioni e la volontà personale per seguire Dio. I monaci fanno voto di obbedienza e carità a Dio e alla loro famiglia spirituale nel monastero. “Essi non volendo vivere a proprio arbitrio né obbedire ai desideri e gusti propri, ma dimorando nel monastero per camminare sotto la guida e il comando altrui, desiderano di essere governati dall’abate. Senza dubbio tali monaci imitano il Signore, mettendo in pratica ciò che Egli dice di sé: Sono disceso dal cileo non per fare la mia volontà ma la volontà di colui che mi ha mandato”. (Regola di San Benedetto, Capitolo 5).

Gli Oblati (coloro che seguono una vita profondamente spirituale ma all’esterno del monastero) dedicano le loro vite al lavoro duro, a servire le loro comunità, a pregare e a diffondere la parola di Dio agli altri. L’abate ha il ruolo di guida spirituale, fa da esempio virtuoso per i monaci da seguire: ” Si sa infatti per fede che egli nel monastero fa le veci di Cristo[…] Quand’uno prende il nome di abate, deve governare i suoi discepoli con duplice insegnamento, deve cioè tutto quello che è buono e santo, mostrarlo con i fatti più che con le parole”.( La Regola di San Benedetto, Capitolo 2).

Le fondamenta su cui si regge il Monastero è quindi nella forza di chi vi abita: persone che lavorano duro, che hanno rinunciato a se stessi per una vita di santità, preghiera e lavoro per il miglioramento di una intera comunità.

I Principi della Vita Monastica

Il modello di vita monastica di San Benedetto è incentrato sulla comunione, sulla preghiera, sul lavoro duro e sul vivere seguendo la Regola. All’interno delle mura monastiche la vita è organizzata e fortemente strutturata, come una strada ben pavimentata, da seguire per una vita di santità e purezza.

C’è una grande concentrazione sull’obbedienza, soprattutto a Dio, poi ai confratelli monaci e all’Abate. Le attività quotidiane, incluso il lavoro, la preghiera e lo studio sono pianificate in modo chiaro, poiché l’ozio è fortemente scoraggiato da San Benedetto.

La vita monastica, così come descritta nella Regola di San Benedetto, è intesa come una vita con un centro assolutamente spirituale e una attività regolare, che sia lavoro manuale, come la gestione di biblioteche, o attività spirituali come la pratica della Lectio Divina. Vivendo all’interno delle mura monastiche, un cenobita (un monaco che vive in una comunità) si lascia alle spalle la concentrazione su se stesso, i vizi, le tentazioni e la volontà personale per seguire Dio. I monaci fanno voto di obbedienza e carità a Dio e alla loro famiglia spirituale nel monastero. “Essi non volendo vivere a proprio arbitrio né obbedire ai desideri e gusti propri, ma dimorando nel monastero per camminare sotto la guida e il comando altrui, desiderano di essere governati dall’abate. Senza dubbio tali monaci imitano il Signore, mettendo in pratica ciò che Egli dice di sé: Sono disceso dal cileo non per fare la mia volontà ma la volontà di colui che mi ha mandato”. (Regola di San Benedetto, Capitolo 5).

Gli Oblati (coloro che seguono una vita profondamente spirituale ma all’esterno del monastero) dedicano le loro vite al lavoro duro, a servire le loro comunità, a pregare e a diffondere la parola di Dio agli altri. L’abate ha il ruolo di guida spirituale, fa da esempio virtuoso per i monaci da seguire: ” Si sa infatti per fede che egli nel monastero fa le veci di Cristo[…] Quand’uno prende il nome di abate, deve governare i suoi discepoli con duplice insegnamento, deve cioè tutto quello che è buono e santo, mostrarlo con i fatti più che con le parole”.( La Regola di San Benedetto, Capitolo 2).

Le fondamenta su cui si regge il Monastero è quindi nella forza di chi vi abita: persone che lavorano duro, che hanno rinunciato a se stessi per una vita di santità, preghiera e lavoro per il miglioramento di una intera comunità.