I Dialoghi di San Gregorio Magno

La principale e unica fonte della vita di san Benedetto è costituita del II libro dei Dialoghi San Gregorio Magno (Papa Gregorio I, dal 590 al 604), scritto circa 50 dopo la morte di san Benedetto.

I Dialogi costituiscono un importante e imponente opera suddivisa in quattro libri, in cui il santo Papa narra la vita di Santi italici, i miracoli da essi compiuti, toccando anche argomenti relativi alla vita dopo la morte (paradiso, inferno e purgatorio).

Di questi quattro libri, quasi a voler rimarcare la statura eccezionale di san Benedetto, l’intero libro II è dedicato alla sua emblematica e straordinaria figura. Il libro è diviso in 38 capitoli e descrive i numerosi eventi e miracoli che accaddero durante la vita di San Benedetto e di sua sorella Santa Scolastica che, come spiega San Gregorio, gli furono raccontati dalle persone che erano più vicine al Santo:

“Non potrei conoscere tutti i fatti rilevanti e le azioni della sua vita: ma quei pochi, che ho intenzione di riportare ora, li ho saputi grazie a quattro dei suoi discepoli; Costantino, un uomo piuttosto prezioso e rispettoso che fu abate dopo di lui; Valentiniano , che ebbe in carico per molti anni l’abbazia in Laterano; Simplicio, che era il terzo superiore del suo ordine; e infine Honorato, che è l’attuale Abate del monastero in cui iniziò la sua santa vita. (San Gregorio Magno, Prologo, Dialoghi, Libro II).

Nell’elencare questa lista di testimoni san Gregorio vuole rimarcare la storicità della prodigiosa vita di san Benedetto: non si tratta di un eroe leggendario. Tuttavia, nell’accostarci alla lettura di questa fondamentale opera non dobbiamo attenderci di avere di fronte una moderna biografia. La domanda principale che sempre ci dobbiamo porre nel leggere questi racconti è: “Qual è il messaggio che vuole comunicarmi?”. Per san Gregorio, quello che più importa è trasmettere la figura di un uomo santo, un uomo di Dio, sull’immagine del santo descritta dalla Bibbia, poiché solo a partire da questo presupposto si fonda la veridicità e l’esemplarità del suo insegnamento.

I Dialoghi di San Gregorio Magno

La principale e unica fonte della vita di san Benedetto è costituita del II libro dei Dialoghi San Gregorio Magno (Papa Gregorio I, dal 590 al 604), scritto circa 50 dopo la morte di san Benedetto.

I Dialogi costituiscono un importante e imponente opera suddivisa in quattro libri, in cui il santo Papa narra la vita di Santi italici, i miracoli da essi compiuti, toccando anche argomenti relativi alla vita dopo la morte (paradiso, inferno e purgatorio).

Di questi quattro libri, quasi a voler rimarcare la statura eccezionale di san Benedetto, l’intero libro II è dedicato alla sua emblematica e straordinaria figura. Il libro è diviso in 38 capitoli e descrive i numerosi eventi e miracoli che accaddero durante la vita di San Benedetto e di sua sorella Santa Scolastica che, come spiega San Gregorio, gli furono raccontati dalle persone che erano più vicine al Santo:

“Non potrei conoscere tutti i fatti rilevanti e le azioni della sua vita: ma quei pochi, che ho intenzione di riportare ora, li ho saputi grazie a quattro dei suoi discepoli; Costantino, un uomo piuttosto prezioso e rispettoso che fu abate dopo di lui; Valentiniano , che ebbe in carico per molti anni l’abbazia in Laterano; Simplicio, che era il terzo superiore del suo ordine; e infine Honorato, che è l’attuale Abate del monastero in cui iniziò la sua santa vita. (San Gregorio Magno, Prologo, Dialoghi, Libro II).

Nell’elencare questa lista di testimoni san Gregorio vuole rimarcare la storicità della prodigiosa vita di san Benedetto: non si tratta di un eroe leggendario. Tuttavia, nell’accostarci alla lettura di questa fondamentale opera non dobbiamo attenderci di avere di fronte una moderna biografia. La domanda principale che sempre ci dobbiamo porre nel leggere questi racconti è: “Qual è il messaggio che vuole comunicarmi?”. Per san Gregorio, quello che più importa è trasmettere la figura di un uomo santo, un uomo di Dio, sull’immagine del santo descritta dalla Bibbia, poiché solo a partire da questo presupposto si fonda la veridicità e l’esemplarità del suo insegnamento.