“Il masso inamovibile”, Alberto Gallingani in mostra nel Museo dell’Abbazia fino al 10 luglio

Il masso inamovibile, Alberto Gallingani espone nel Museo dell’Abbazia dal 30 aprile al 10 luglio 2022
IL MASSO INAMOVIBILE
L’attualità del messaggio di San Benedetto in tempo di guerra

Le origini e l’ispirazione

Nei “Dialoghi”, la raccolta di testimonianze su San Benedetto scritta da papa Gregorio Magno, troviamo un episodio emblematico della vita del Santo intitolato “Il masso inamovibile”, che descrive la continua contrapposizione tra bene e male.
«Un giorno, mentre i monacicostruivano i locali del nuovo monastero, c’era là in mezzo, a terra, un masso che essi decisero di sollevare per utilizzarlo nella costruzione. Ma in due o tre non riuscivano a smuoverlo, e anche quando si aggiunsero altri fratelli, restò così fermo come se fosse trattenuto a terra da radici. Risultò dunque chiaro a tutti che su di esso sedeva proprio lui, l’antico avversario [il diavolo], visto che anche le mani di tanti uomini non riuscivano a smuoverlo. Di fronte a una tale difficoltà, mandarono a chiamare il santo [Benedetto] perché scacciasse il nemico con la preghiera e potessero così sollevare il masso. Egli accorse subito e, mentre pregava, tracciò un segno di benedizione. Immediatamente il masso fu sollevato come se prima non avesse avuto alcun peso
» (S. GREGORIO MAGNO, Dialoghi II,9).

Il masso di cui si parla in questo episodio della vita di san Benedetto può essere assurto a “metafora” dei tanti massi o pesi che, per un motivo o per l’altro, gravano sull’animo dell’essere umano.Poiché il presente racconto ha una connotazione teologico-cristiana, sullo sfondo è possibile intravedere la contrapposizione bene-male, ossia la lotta tra il credente che conduce la propria esistenza alla luce di Dio, da una parte, e il Maligno che, dall’altra, gli si contrappone, ostacolando in ogni modo il cammino.

Da queste considerazioni scaturisce la necessità di un continuo dialogo interiore che ognuno di noi deve affrontare, e del rigore necessario che esso richiede. Questi due temi, il dialogo interiore e il rigore, sono adatti a rappresentare, almeno in parte, il particolare stato d’animo con cui ciascuno di noi ha dovuto convivere con le tragedie causate dalla pandemia ancora in corso [il dialogo interiore] e con le tante restrizioni e sacrifici [il rigore] a cui siamo stati sottoposti e che hanno consentito di controbattere il CoronaVirus. In questo caso il male è stato impersonato dalla pandemia e il bene dalla nostra perseveranza. Ma anche nella recente guerra in Ucraina possiamo cogliere la presenza della dialettica bene-male che qui – come in altri conflitti presenti sul nostro pianeta – si riversa con tutto il suo carico di distruzione, sofferenza e morte sulla popolazione inerme che, nella fattispecie, sta affrontando con intrepido coraggio un’invasione insensata e orripilante.

La mostra
Da tutto ciò nasce l’idea della mostra che si terrà nei prossimi mesi all’interno del Museo dell’Abbazia di Montecassino, ovvero il desiderio di voler rappresentare “visivamente” il continuo confronto interiore e il rigore necessario per combattere le avversità. A tale scopo è stato invitato Alberto Gallingani, un artista le cui opere sono basate appunto su un rigore progettuale che, seppur privo di riferimenti iconici, rimanda costantemente al concetto di “superamento degli ostacoli”. Questa caratteristica obbliga il fruitore ad una forte riflessione interna e, in molti casi, lo conduce verso una piacevole esperienza di trascendenza.

Dopo Abitò con sè stesso del 2021,con Il masso inamovibile continua nel Museo Abbaziale la serie di esposizioni di Arte Contemporanea che porteranno al 2029, anno in cui saranno celebrati i 1500 anni della fondazione dell’Abbazia di Montecassino.

Le opere del maestro Gallingani, appositamente selezionate dal curatore Roberto Capitanio, conterranno anche dei riferimenti ad alcuni episodi tragici legati alla storia dell’Abbazia di Montecassino (il male/il masso) e ad alcuni momenti rappresentativi della fede e della perseveranza della comunità monastica nei confronti delle avversità affrontate e superate.

Le date
La mostra sarà fruibile dal 1 maggio 2022 al 10 luglio 2022. Al vernissage del 30 aprile 2022, alle ore 16.30, saranno presenti l’Arciabate di Montecassino S.E.Dom Donato Ogliari, il Prof. Roberto Capitanio, il Presidente della Provincia di Frosinone, Dott. Antonio Pompeo, il Sindaco di Cassino, Dott. Enzo Salera, il Presidente Emerito della Provincia di Frosinone, Dott. Giuseppe Patrizi, il Consigliere della Regione Lazio, Dott. Mauro Buschini, e il Maestro Alberto Gallingani.

INFO

IL MASSO INAMOVIBILE
Dipinti e sculture di Alberto Gallingani
A cura di Roberto CAPITANIO
MUSEO DELL’ABBAZIA DI MONTECASSINO
01.05.2022 – 10.07.2022
INAUGURAZIONE: Sabato 30.04.2022, ore 16.30
Museo dell’Abbazia di Montecassino (FR)
Info: +39-077.6311529 ; info@abbaziamontecassino.org
www.abbaziamontecassino.org


CENNI BIOGRAFICI

ALBERTO GALLINGANI

Alberto Gallingani è nato a Firenze dove vive e lavora. Dopo un primo momento di esperienze pittoriche formative a carattere realista viene in contatto, nel 1961, con gli artisti dell’area dell’astrazione fiorentina e con loro matura e realizza la sua esperienza nell’ambito della “Pittura di Nuova Realtà”.
Nello stesso momento frequenta la Galleria Numero di Fiamma Vigo nella quale, giovanissimo, tiene la sua prima personale. Nel 1965 vince una borsa di studio per giovani artisti bandita dal Comune di Firenze. Nel 1969, redige il Primo Manifesto della Pittura di Nuova Realtà. È il 1971 quando fonda con altri artisti fiorentini, lo Studio d’Arte “Il Moro” e con loro aderisce al Manifesto della Morfologia Costruttiva. Intanto la sua esperienza artistica si evolve, nasce il ciclo della Geometria Utopica (1973) che mette in risalto i valori etici nei rapporti umani. I suoi interessi si dilatano: usa la fotografia. È del 1976 l’allestimento “Ho disegnato sul pavimento un quadrato di 50 centimetri di lato” e tiene, nel 1977, la sua prima performance, “Ho dipinto con il bianco”.

È l’inizio di un periodo di intense esperienze che lo portano fino alla marginalità della Mail Art. Nel 1978 fonda con Gianni Becciani “Art in Opposition”, la prima rivista in Italia di Arte Postale. È invitato alla XVI Bienal de Sao Paulo – Arte Postal a cura di Walter Zanini (1981) Nello stesso periodo realizza molte foto dipinte e nel 1979 la pittura riemerge totalmente. Nasce così (1982-1986), il ciclo Lettere da Berlino. Dal 1981 la sua attività esce dai confini nazionali trovando in Europa il terreno fertile per la sua espansione. Dal 1992, il lavoro si evolve verso la complementarità dei linguaggi. Nel 1998 nasce la GALLINGANI&associati.

Partecipa alla 50° Biennale di Venezia (2003) Sezione Extra 50 – Progetto Brain Apartment a cura di Emilio Morandi e Guglielmo Di Mauro. Dal 2004 GALLINGANI&associati produce video. Oggi il suo lavoro è molto apprezzato in Italia e all’estero con presenze in diversi Musei tra cui: Stedelijk Museum di Amsterdam, Centre Georges Pompidou – Parigi, Galerie Unterm Turm di Stuttgart, Museu de Ovar – Portogallo, Museu Municipal de Espinho – Portogallo, Palazzo dei Diamanti di Ferrara, Museum of New Art di Detroit, Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna, Museo Laboratorio Casa Bianca – Malo e in molte Gallerie private Nazionali ed Estere a testimonianza della vocazione internazionale che Alberto Gallingani ha sempre avuto. Nel 2020 fonda il Metarealismo.