Domenica al museo: alla scoperta della sezione archeologica del Museo abbaziale di Montecassino
Era il 529 quando San Benedetto giunse a Montecassino e decise che quel luogo, contraddistinto da grande tranquillità, fosse il posto perfetto per costruire un oratorio cristiano e dedicarsi alla crescita della sua comunità monastica.
Eppure, nonostante sia famosa per essere “la culla del monachesimo occidentale”, Montecassino ha una storia molto più complessa dipanatasi nel corso di secoli e più antica dell’arrivo del Santo di Norcia.
Nel 1870, in preparazione del XIV centenario dalla nascita di San Benedetto, iniziarono gli scavi archeologici diretti dall’Abate Giuseppe Quandel: questi continuarono durante la Prima guerra mondiale spingendosi fino alla fine del secondo conflitto bellico portando alla luce, durante la ricostruzione, le fondamenta del primo oratorio di San Benedetto ricavato, come si evince da i Dialoghi di Papa Gregorio Magno, da un tempio pagano dedicato a Giove.
Oltre a trasformare il tempio pagano in luogo di culto, il Santo dispose anche che l’ara pagana in cima al monte fosse rimossa per costruirvi un oratorio dedicato a San Giovanni Battista da usare come area cimiteriale per la sua comunità.
Nei secoli successivi, la distruzione ad opera dei Longobardi, l’arrivo dei Saraceni ed il terremoto del 1349, fecero sì che l’abbazia crescesse e fosse ricostruita piu volte fino a diventare la struttura che conosciamo oggi.
A testimonianza della sua storia millenaria, i vari reperti recuperati nel corso dei secoli, sono ancora conservati nella sezione archeologica del Museo abbaziale di Montecassino.
Tra le altre, spicca per importanza una statua acefala del I secolo che potrebbe rappresentare la Tellus, dea ctonia associata normalmente a Cerere anche se, il serpente che corre sul panneggio della figura, potrebbe essere associato alla dea della medicina. Qualsiasi sia la risposta, si ha dunque la certezza che la zona sacra era adibita all’adorazione di numerose divinità.
Dell’ara pagana, secondo la tradizione, è rimasta intatta la base scanalata in porfido rosso: i candelabri presenti su molti exultet prodotti a Montecassino, hanno indotto a credere che la base sia stata utilizzata in seguito come base di un candelabro pasquale. Il porfido, materiale cavato soltanto nella penisola del Sinai ed esaurito già intorno al VI-VII secolo, è stato utilizzato anche per la costruzione della cattedra con il foro sul sedile. Questa, ritrovata a Suio nel 1507 e trasportata all’abbazia per la sua importanza, è stata oggetto di numerose riflessioni, ma è molto simile a due sedie conservate oggi a Roma ed utilizzate come cattedre papali nel percorso processionale dal Vaticano al Laterano a partire dall’elezione dell’abate di Montecassino, Desiderio, a pontefice col nome di Vittore III del 1086.
Domenica 6 Ottobre, in occasione dell’iniziativa Domenica al museo, l’accesso al Museo abbaziale sarà libero e gratuito. Lì, oltre a visitare le varie sezioni alla scoperta delle varie tappe della storia di Montecassino, sarà possibile partecipare alla visita guidata della sezione archeologica in modo da apprezzare e comprendere le ragioni che l’hanno resa faro culturale del mondo occidentale.
Per informazioni circa prenotazioni è possile contattarci telefonicamente al 0776311529 o tramite email a guide@abbaziamontecassino.org