La Fiaccola benedettina ‘Pro Pace et Europa Una’ all’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo per la prima Giornata Nazionale delle vittime del COVID-19

In occasione della prima ‘Giornata in memoria delle vittime dell’epidemia da Coronavirus’, le ristrettissime delegazioni delle città gemellate di Norcia, Subiaco e Cassino, insieme all’Abate di Montecassino, hanno portato a Bergamo la Fiaccola benedettina Pro Pace et Europa Una.

Arrivata sabato 13 marzo a Montecassino, la Fiaccola ha proseguito il suo cammino verso la città lombarda così duramente provata lo scorso anno dall’onda improvvisa della pandemia. Nicola Alemanno, Francesco Pelliccia e Enzo Salera, rispettivamente sindaco di Norcia, Subiaco e Cassino, con l’Abate di Montecassino, Dom Donato Ogliari, accompagnato da Dom Luigi Maria di Bussolo, hanno incontrato nella mattinata il Presidente del Consiglio, Ferruccio Rota, e l’Assessore alla Pace del Comune di Bergamo, Marzia Marchesi.

Una cerimonia molto essenziale e del tutto informale in cui ad emergere è stato soprattutto l’apprezzamento per il gesto delle città benedettine di portare il messaggio non soltanto di Pace ma soprattutto di speranza e di rinascita attraverso questo simbolo che – come ha affermato l’Abate Donato – “porta con sé ovunque si rechi un messaggio spirituale, un messaggio che richiama il pragmatismo di San Benedetto che operava concretamente affinché la Pace divenisse una realtà e non semplicemente una teoria dei grandi sistemi.”

L’Assessore alla Pace, vicina alla spiritualità benedettina, sarà il prossimo anno a Montecassino dove concluderà il Cammino di San Benedetto, che ha potuto percorrere soltanto fino a Subiaco a causa di un infortunio. Oltre alla preziosa edizione della Regola di San Benedetto da parte dei tre sindaci l’omaggio dell’Abate di Montecassino è stato un testo sulla ricostruzione dell’Abbazia ad enfatizzare ancora di più il valore simbolico di questa visita e spostando per un attimo l’attenzione sulla rinascita, che, così come avvenuto per il monastero cassinese, possa essere breve e vigorosa.

Alle 14.00 la Fiaccola ha fatto il suo ingresso con i tre tedofori nella cappella dell’ospedale Giovanni XXIII. Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, ha accolto le delegazioni dichiarando: “Fa onore alla vostra sensibilità aver scelto Bergamo per la tappa della Fiaccola di San Benedetto. Una fiaccola, una luce e un messaggio che sento di voler condividere con tutte le città che hanno subito perdite.”

In una commovente e sentita cerimonia si sono alternati nei saluti e nelle testimonianze il Direttore Generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII, Maria Beatrice Stasi, il sindaco di Cassino, il Sindaco di Subiaco che ha dato lettura del “Messaggio di Pace” del Santo Padre,l’Assessore alle Infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile della Regione Lombardia, Claudia Maria Terzi il Direttore Sanitario della struttura ospedaliera, Fabio Pezzoli, l’infermiera di Pronto Soccorso ASST Papa Giovanni XXIII, Oana Margrit Ignat e il sindaco di Norcia.

Una Fiaccola a ricordo della Fiaccola Benedettina Pro Pace et Europa Una è stata donata all’ospedale e rimarrà nella Cappella a testimoniare la vicinanza delle città benedettine, oltre ad una icona . Sarà accesa anche il 21 marzo, festa di san Benedetto Patrono Primario d’Europa.

La cerimonia è stata chiusa da S.E. Mons. Francesco Beschi Vescovo di Bergamo, che ha ricordato quanto sia stata importante la presenza benedettina nella città lombarda, attraverso i monasteri sia femminili sia maschili ed ha invitato l’Abate Donato a guidare la preghiera e la benedizione finale con tutti i religiosi presenti tra cui l’Abate di Pontida, dom Giordano Rota.

La speranza dunque, la solidarietà e la preghiera racchiuse in questo viaggio della Fiaccola a Bergamo per essere accanto a chi ha combattuto e combatte ogni giorno contro questa pandemia e anche per rendere se possibile ancora più forti con una presenza solidale, tutti gli operatori sanitari, i malati e le loro famiglie e chi ha perso una persona cara nella più totale solitudine senza la possibilità di poterla vedere, né confortare un’ultima volta. Una luce di speranza per uscire dalla prigione della paura in cui ancora si vive.

La cerimonia è stata trasmessa in diretta Facebook e si può rivedere a questo link