La Fiaccola pro Pace et Europa una dal monastero di Břevnov irradia la sua luce nella Repubblica Ceca

Fiaccola Pace Praga Montecassino

Terzo giorno a Praga per la Fiaccola pro pace et Europa una e le delegazioni di Norcia Subiaco e Cassino con Montecassino, al seguito del pellegrinaggio che quest’anno ha raggiunto la Repubblica Ceca.

Alle 11.00 l’incontro presso il Comune della Città con il Sindaco MUDr. Bohuslav Svoboda che ha salutat e accolto con entusiasmo le delegazioni con la Fiaccola scortata dai Tedofori del CUS Cassino e delle rappresentanze sportive di Norcia e Subiaco e dai figuranti dei Cortei Storici Terra Sancti Benedicti e Città di Norcia.

“A nome della città di Praga – ha detto il primo cittadino di Praga– rivolgo a voi tutti un caloroso benvenuto. Questa vostra presenza qui , insieme a S.E. l’Ambasciatore d’Italia, testimonia quanto sia importante la collaborazione tra le delegazioni italiane e la nostra città.

Benedetto, patrono d’Europa viveva una vita che pochi possono immaginare: una vita dapprima ascetica e da eremita e poi con altri monaci nelle comunità monastiche. Studiare e conoscere la Sua Regola e quello che pensava del lavoro e della preghiera fa parte del programma di vita e può essere l’elemento che unirà tutti verso una nuova Europa . Il suo omonimo, Papa Benedetto XVI, ha detto : “Chi crede non sarà mai solo”. E io vi dico, credete e non sarete mai soli.”

L’Arciabbazia benedettina di Břevnov

Nel pomeriggio le delegazioni si sono spostate verso l’Arciabbazia benedettina di Břevnov dove ad attenderli c’era l’abate Prokop con alcuni confratelli e il Nunzio Apostolico in repubblica Ceca S.E. Rev.ma Mons. Jude Thaddeus Okolo che ha presidetuto la Celebrazione alle ore 16.00 e che ha pronunciato una omelia incentrata sul valore della Pace:

“Prima di iniziare, voglio rivolgere il mio cordiale salute all’Abate di Montecassino, il Rev.mo dom Luca Fallica a nome dei Vescovi della Repubblica Ceca che in questi giorni si trovano in ritiro spirituale, e poi a voi, carissimi fratelli e sorelle in Cristo.

Avete scelto Praga per il vostro pellegrinaggio con la Fiaccola benedettina e ci si potrebbe chiedere perché.

Praga è sempre stata uno dei più importanti centri culturali, politici ed economici dell’Europa centrale. Ha una lunga e ricca storia di coinvolgimento in vari conflitti nel corso dei secoli, a causa della sua posizione strategica, del suo influsso e della sua resistenza alla dominazione straniera: le guerre hussite, la Guerra dei Trent’anni, la Defenestrazione. E ancora: la Prima Guerra Mondiale e la Prima Repubblica; la Seconda Guerra Mondiale e la Rivoluzione di Velluto nel 1989 una rivolta pacifica che pose fine al regime comunista in Cecoslovacchia e portò all’istituzione di un governo democratico e poi alla separazione tra Cechia e Slovacchia.

Ad oggi non abbiamo ancora raggiunto la pace a livello mondiale. Ogni giorno che passa, la pace sembra una meta davvero irraggiungibile! Ad ogni guerra che scoppia, la pace sembra una idea ridicola. Per ogni soldato ucciso, la pace sembra una parola morta. Per ogni pezzo di armamento fabbricato, la speranza per la pace diventa deludente. Ci rendiamo conto che guerre, conflitti, violenza dilagante, situazioni di instabilità sociale e di povertà endemica continuano a mietere vittime innocenti e a generare divisioni tra gli individui ed i popoli.
In maniera più significativa si avverte ai nostri giorni la crescente consapevolezza che la pace mondiale sia minacciata, oltre che dalla corsa agli armamenti, dai conflitti regionali, dalla crescente povertà nei Paesi meno sviluppati, dalle rivalità angoscianti e inutili tra le nazioni, dalle ingiustizie tuttora esistenti e aggiungerei anche anche aggiungerei la mancanza del dovuto rispetto per l’ambiente, dal disordinato sfruttamento delle risorse naturali e dal progressivo deterioramento della qualità della vita.

Ogni volta che vedo una iniziativa dinamica a favore della pace, come questa iniziativa benedettina, penso due cose: o che finalmente arriviamo alla porta della pace, oppure che sia un altro progetto ingenuo e inutile. Di natura, non sono pessimista e certamente non penso che la vostra appartenga alla seconda ipotesi. Sono nato in dicembre, e come tutti i nati di dicembre, come Gesù, siamo ottimisti. Ma, l’ottimismo ha un limite. Ad un certo punto, conviene fare i conti con la realtà e accettare il fatto che conquistare la pace comporta una vera e propria lotta.

Ho citato prima la corsa agli armamenti e a tal proposito vorrei menzionare la minaccia posta dalla nuova tecnologia dell’Intelligenza Artificiale. Mentre per alcuni Paesi serve per lo sviluppo umano, da altri viene utilizzata per la distruzione di massa. Inoltre, la rapida diffusione di armi leggere e di piccolo calibro continua a minacciare la pace nel mondo, aggravando la situazione dei civili nelle zone di conflitto.
Finalmente, noi tutti, ci rendiamo conto che, anche se siamo in pace nei nostri paesi d’origine, e gli altri non lo siano, la nostra pace è minacciata.

La ricerca della pace, quindi, deve essere una iniziativa congiunta, collettiva, coordinata e fatta con consapevolezza. I Paesi in via di sviluppo devono essere coinvolti. Le vostre iniziative devono raggiungerli, altrimenti sarà tempo perso.
Spesso sentiamo discorsi eloquenti, omelie raffinate, appelli risonanti, suppliche a favore della pace, e poi niente. Il problema non risiede nell’assenza di appelli oppure nella mancanza di comprensione dell’urgenza della realtà. È questione di assenza di volontà politica. C’è chi guadagna dalla guerra. Ci sono interessi in gioco. I loro interessi sono consolidati e niente da fare. Quanti Paesi guadagnano dalle guerre. In Ucraina, si fa la guerra sul terreno, e sotto-terra scorre il gas, il greggio. Se qualcuno lo dice, viene minacciato. Gli innocenti muoiono mentre alcuni Paesi guadagnano testando le loro nuovi armi e nuove tecnologie.
Noi, siamo qui a pregare mentre alcuni Paesi hanno rinnovato i loro arsenali con le guerre attuali. Vendono armi di vecchia tecnologia, per dare spazio alla nuova tecnologia. Sembra un gioco e purtroppo qualcuno sta morendo.

Viviamo in un mondo così distratto dagli interessi finanziari, avvelenato dall’odio, distrutto dall’orgoglio, reso insensibile dall’indifferenza e dalla mancanza di amore reciproco. Infatti, in un clima raggelato dall’indifferenza e talora avvelenato dall’odio, in situazioni dove i bambini nati in guerra crescono e muoiono in tali condizioni, come ispirarli alla pace? Quale pace? Come sperare nell’avvento di un’era di pace, quale solo sentimenti di sincera solidarietà e di vero amore possono propiziare ed agevolare?
Mi sono guardato attorno, cercando ciò che possa liberarci da questo circolo vizioso, aprire i nostri occhi alle sfumature attorno a noi, e offrirci il coraggio di trovare una alternativa. Guardiamo la famiglia italiana, che sta per sparire. Sta diminuendo vertiginosamente, purtroppo! Recuperate le vostre famiglie. Lì si trovano i semi della pace. Se perdete la famiglia, perdete anche la pace. Ve lo dico, e lo sapete meglio di me. Le nuove famiglie non devono respingere la prole.
Tutto ciò che Dio ha creato, è buono. Creando la persona umana, egli, nella sua misericordia volle per l’umanità una condizione di armonia e di tranquillità, di serenità e di pace. Per questo ha posto nella famiglia il fondamento nella natura stessa dell’essere umano. L’esistenza della famiglia assicura la continuità della società. Senza la famiglia, c’è il pericolo di conflitto, e poi l’estinzione.

La famiglia facilmente e naturalmente risponde alle esigenze della natura umana.È la famiglia che assicura il futuro del genero umano; è la famiglia quindi che può essere attiva protagonista della pace, proprio perché in essa nascono gli alti valori umani. La società nasce, cresce e respira attraverso la famiglia.
Inoltre, dalla mia piccola esperienza della famiglia italiana, vorrei apprezzare come dalle vostre famiglie nascono i pensieri di pace, d’armonia e di coesione. È molto ampio il contributo che la famiglia può offrire anche per la nascita, la crescita, la promozione e la salvaguardia e della pace.
La prima forma di educazione alla pace, al perdono, alla tolleranza e alla accettazione dell’altro, sono apprese ed apprezzate nella famiglia. Consolidate le vostre famiglie, consolidata la famiglia italiana. La pace è possibile; siamo noi stessi a costituire gli ostacoli alla pace.

Nel concludere, cari amici da Norcia, Subiaco e Cassino, ispirati da San Benedetto, andate avanti nel Cammino di San Benedetto. Sul cammino, troverete altre persone con le stesse idee come voi. La vostra Fiaccola rimarrà come un simbolo della vostra bontà. Sarà la speranza per un mondo nuovo, in cui tutti troveranno la serenità di servire Dio, ed i loro fratelli e sorelle. Vi auguro ogni bene.

Il saluto dell’abate Luca

Prima della benedizione finale , l’abate Luca ha rivolto il suo saluto al Nunzio Apostolico Mons. Jude Thaddeus Okolo, all’abate della comunità benedettina di Břevnov, P. Prokop Siostrzonek osb e a tutti i presenti.

“Al termine di questa celebrazione desidero anche a nome degli altri concelebranti, dei sindaci e delle tre delegazioni ringraziare Mons. Jude Thaddeus Okolo, Nunzio Apostolico a Praga, per aver accolto con tanta cordialità e entusiasmo il nostro invito a presiedere questa celebrazione. Ringrazio l’abate Prokop e la sua Comunità che ci accoglie. Il monastero di Brevnov in cui ci troviamo è stato fondato da Sant’Adalberto e, a parte il regime comunista, ha avuto una storia ininterrotta, segno dell’importanza che ha avuto anche la Regola di San Benedetto, la testimonianza dei monaci in questa terra . Ringrazio anche l’Ambasciatore Mauro che in questi giorni ci ha seguito e che ha voluto essere qui presente anche per questa celebrazione.

Sono convenute qui le tre città legate a San Benedetto: Norcia dove è nato, Subiaco dove ha iniziato la vita monastica dapprima in forma eremitica e poi con i primi discepoli sono nate le prime comunità monastiche e poi Cassino, Montecassino dove ha vissuto gli anni della sua maturità, ha scritto la Regola e dove è morto, ma sappiamo che in una prospettiva di fede la morte non è la fine bensì è il compimento e da lì questo compimento ha iniziato a portare i suoi frutti che poi si sono pian piano irraggiati in Italia, in Europa e in tutto il mondo.
Ecco noi vorremmo che anche questa Fiaccola – che abbiamo portato e da cui saranno accese le lampade che lasceremo a questa Comunità e alla Arcidiocesi- abbia un po’ la stessa parabola: un inizio-ogni anno torniamo ad accenderla con quella fiducia, quella speranza e quell’ottimismo di cui ci parlava anche Mons.Thaddeus – vorremmo che avesse anche un irraggiamento- quest’anno raggiunge Praga e ci è stata ricordata l’importanza di essere qui nel cuore dell’Europa, con una storia tribolata ma portatrice anche di tanta rinascita e speranza- e poi vorremmo che avesse il suo compimento, ovvero che la Pace possa davvero possa abitare e trasformare le nostre Terre e la nostra storia.”

Al Nunzio apostolico il dono della preziosa stampa della Regola di s.Benedetto e per il monastero e per la diocesi due lampade accese da Mons. Okolo dalla fiamma della Fiaccola Benedettina e che saranno, quindi, accese il 21 marzo insieme alle lampade lasciate in dono negli altri monasteri benedettini raggiunti fino a oggi dal pellegrinaggio della Fiaccola benedettina pro pace et Europa una.

I momenti salienti della giornata nel servizio fotografico di Roberto Mastronardi