L’Abate Emerito di Montecassino, Mons.Bernardo D’Onorio è cittadino onorario di Cassino

In una gremitissima Sala Consiliare è stata conferita questa mattina, 14 febbraio 2024 dal sindaco di Cassino, Enzo Salera, la Cittadinanza Onoraria a S.E.Rev.ma Mons Fabio Bernardo D’Onorio, Arcivescovo Emerito di Gaeta e Abate Emerito di Montecassino.

Ad accogliere Mons. D’Onorio tutte le autorità militari e civili della città oltre al sindaco di Gaeta dott. Cristian Leccese e all’abate di Montecassino dom Luca Fallica – accompagnato da dom Luigi Maria Di Bussolo – a rappresentare la Comunità monastica dell’Abbazia che ha visto Mons. D’Onorio abate dal 1983 al 2007 prima della nomina ad Arcivescovo di Gaeta.

La Seduta è stata aperta dal Presidente del Consiglio Barbara Di Rollo che ha salutato Mons. D’onorio prima di entrare nel vivo del suo intervento:

Eccellenza reverendissima, monsignor Bernardo D’Onorio, Arcivescovo emerito di Gaeta e Abate emerito di Montecassino, a nome del Consiglio Comunale, che ho l’onore di presiedere, e degli amministratori tutti, Le do dunque il benvenuto tra noi, in quest’aula ove si tiene la seduta della massima assise cittadina, convocata in seduta straordinaria così come prevede la norma quando si tratta del conferimento della cittadinanza onoraria. Che, come si sa, è il riconoscimento che un Comune concede ad una persona di particolare riguardo, ritenuta legata alla città per il suo impegno e per le sue opere. Un riconoscimento onorifico di carattere eccezionale che a Lei arriva solo ora: forse un po’ tardi, ma forse proprio per il ritardo con cui arriva, più pregno di significato. E, forse, ancor più gradito.  
La cittadinanza onoraria se l’è guadagnata sul campo caratterizzando la sua missione con un’attenzione particolare ai bisognosi di questa città, che sapeva ascoltare e per i quali ha sempre avuto una parola di conforto e di speranza; con un’attenzione particolare a quelli del mondo del lavoro, della scuola, ai problemi cittadini, non facendo mai mancare a chi ha amministrato nel tempo, pur nella ovvia distinzione dei ruoli, osservazioni, suggerimenti, incoraggiamenti.
Il suo grande amore per questa città si è espresso in tante occasioni. La sua presenza alle considerazioni finali circa l’operato amministrativo lette dal sindaco di turno all’ultimo giorno di ogni anno è sempre stato un appuntamento fisso al quale mai Lei è mancato. Seguiva, subito dopo, il “trasloco” nella cattedrale per il tradizionale “Te Deum”, e lì, dal pulpito, da vero padre, non dispensava solo carezze ma anche amorevoli e pedagogiche “tiratine di orecchie”.
“Tiratine” alle quali talvolta qualcuno di noi si prepara in maniera consapevole e non ci si sottrae quando in gioco c’è una causa grande che vale la pena perorare. Mi riferisco alla “tiratina di orecchie”, che sicuramente aveva messo nel conto e puntualmente Le fu riservata dalle alte cariche ecclesiastiche, quando con un gesto rimasto storico, nel dicembre del 1983 intervenne nell’Aula Pacis dove si teneva un’assemblea degli operai comunisti della Fiat. Una presenza che fece un certo rumore a quel tempo. Disse loro: “Non ho avuto esitazione alcuna quando è stata fatta richiesta di questa sala per la vostra riunione. Neanche esitazione ho avuto nel chiedere di potervi incontrare per dirvi la mia vicinanza a voi nei problemi tra i più grandi e assillanti della nostra società, del lavoro e della occupazione: problemi che prima di essere dell’economia, prima di essere di un partito, prima di essere di una fabbrica, sono soprattutto problemi dell’uomo e che investono il suo rispetto, la sua dignità, i suoi diritti fondamentali alla vita e alle condizioni di vita di ogni persona umana”.  Belle, sacrosante parole di uno, un uomo di Chiesa, che mostrava da che parte battesse il suo cuore, uno che guardava lontano e che, in anticipo rispetto ad altri, sentiva qual era il posto in cui doveva stare un uomo di chiesa.
Come ha ricordato anche Ella stessa in un incontro pubblico celebrativo dei 50 anni di quella che si chiamava Fiat, una volta non si fece scrupolo di andare a Torino, farsi ricevere dall’avvocato Gianni Agnelli e perorare la causa di circa 900 operai Fiat sui quali, in un momento di crisi dello stabilimento, incombeva lo spettro del licenziamento. Riuscì nell’intento e in 900 famiglie della città e del nostro territorio ritornò il sereno.
Oggi arriviamo con un po’ di ritardo con il nostro riconoscimento onorifico,  ma che importa!? Importa invece che questa mattina Cassino, ponga riparo ad una “disattenzione” (chiamiamola così) ingiusta, protrattasi per troppo tempo.
Grazie per quel che ha saputo dare a questa città.”

Il saluto del Sindaco di Cassino

È stata poi la volta del sindaco, Enzo Salera,che ha portato il saluto della città di Cassino tutta ed ha ricordato gli interventi decisivi dell’Abate emerito che ha sempre difeso con autorevolezza la città nei momenti di criticità in tutti gli anni del suo abbaziato. Ha inoltre sottolineato che, “se è vero che questo conferimento arriva in ritardo rispetto alla richiesta pervenuta qualche anno fa da parte di cittadini fedeli all’Abbazia, è anche vero che arriva in un momento particolare in cui si ricordano gli 80 anni dalla distruzione dell’Abbazia e della città di Cassino e quindi ci sembrava un contesto ancor più importante in cui conferire questa onorificenza.
Lei, padre Abate, lasci che La chiami così perché – nonostante il titolo che poi Le è stato conferito – a noi piace ricordarLa e chiamarLa così, non è stato soltanto una importante guida spirituale ma è stato un punto di riferimento altrettanto importante sul piano civile e istituzionale basti ricordare i suoi decisivi interventi a favore dei lavoratori dello stabilimento FIAT che vedevano a rischio il loro posto di lavoro. Lei è stata una guida autorevole per questa comunità negli anni in cui è stato abate di Montecassino. Questo è quello che vogliamo sottolineare oggi, con questo conferimento, conferendole una cittadinanza onoraria vogliamo evidenziare il suo profondo impegno istituzionale per il bene di questo territorio, il non essersi mai risparmiato nell’andare ad interloquire con alte cariche dello Stato o con imprenditori per salvaguardare i cittadini di Cassino e del territorio circostante. E di questo noi Le saremo eternamente grati.
Prima del sindaco Salera anche i consiglieri Benedetto Leone, Luca Fardelli e Michelina Bevilacqua hanno inoltrato il loro saluto all’Abate emerito.

A Mons. D’Onorio sono state consegnate simbolicamente le chiavi della Città ed una pergamena con la motivazione del conferimento.

L’Abate Emerito sarà a Montecassino domani 15 febbraio 2024 per presiedere la Celebrazione eucaristica nella ricorrenza degli 80 anni dalla distruzione di Montecassino.

Servizio fotografico di Roberto Mastronardi