Ventitré Cresimandi ricevono il Sacramento della Confermazione a Montecassino

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Dopo aver partecipato alla Veglia di ieri sera, questa mattina ventitré Cresimandi hanno ricevuto il Sacramento della Confermazione dall’Abate di Montecassino, Dom Luca Fallica.

Sono state le prime Cresime amministrate dall’Abate Luca che ha ricevuto la Benedizione Abbaziale da S.Em. Cardinale Angelo De Donatis lo scorso 13 maggio nella Basilica Cattedrale. La stessa Basilica che anche oggi, a distanza di quindici giorni, si mostrava di nuovo piena oltre la sua capacità di posti a sedere, e festosa nella gioia dei familiari, dei padrini e delle madrine dei giovani Cresimandi.

L’Omelia dell’Abate Luca

Di seguito il testo integrale dell’omelia pronunciata questa mattina dall’Abate Luca durante la Celebrazione Solenne delle ore 10.30:

Pentecoste
28 maggio 2023

Letture: At 2,1-11; Sal 103; 1Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23

All’inizio di questa celebrazione, a nome di tutti, ho pregato Dio con queste parole: «Diffondi sino ai confini della terra il doni dello Spirito Santo, e rinnova anche oggi, nel cuore dei credenti i prodigi che nella tua bontà hai operato agli inizi della predicazione del Vangelo». Insieme abbiamo pregato, e continuiamo a pregare, chiedendo a Dio di rinnovare anche per noi, oggi, il dono dello Spirito.

Stiamo celebrando la Pentecoste, ma questo significa che noi stiamo vivendo una nuova Pentecoste, perché anche adesso lo Spirito scende su di noi per rinnovare nella nostra esistenza, oggi, i suoi prodigi. Lo farà in modo speciale per voi che riceverete tra poco il sacramento della cresima, ma scenderà non solo su di voi, scenderà anche sulle vostre famiglie e sui vostri parenti e amici qui radunati, anche sulla nostra comunità monastica, anche su ciascuno di coloro che partecipano a questa celebrazione. Anche, anche, anche… e potremmo continuare con gli ‘anche’.

Lo Spirito è il mistero dell’«anche»

Perché lo Spirito è così, si dilata, si allarga, si estende, nel tempo e nello spazio, per raggiungere tutti, per donare a tutti i suoi doni, per comunicare a ciascuno la gioia di Dio, la sua pace, la vittoria sulla morte, la salvezza e una vita pienamente compiuta. Lo Spirito è il mistero dell’«anche»: possiamo sempre aggiungere qualcosa alla sua azione, che non si arresta mai, non conosce confini o ostacoli. Lo Spirito è come Gesù risorto che, ci ha raccontato il Vangelo di Giovanni, passa persino attraverso le porte chiuse. Vince cioè le nostre chiusure, i nostri ostacoli, le nostre distrazioni, i nostri peccati, per comunicarci la gioia e la pace di Dio.

Ecco perché possiamo pregare: rinnova anche oggi i tuoi prodigi. Rinnovali anche per noi. Però in questo verbo ‘rinnovare’ dobbiamo riconoscere un secondo significato fondamentale: rinnova, cioè rendi nuova la nostra vita. Anche voi, ragazzi e ragazze che state per ricevere il sacramento della confermazione, dovete desiderare questo: di essere rinnovati, cioè resi nuovi. Voi siete ancora molto giovani, non siete avanti negli anni come me e come tanti altri qui presenti, eppure anche la vostra vita deve essere abitata e animata sempre da questo desiderio: che sia sempre nuova, fresca, giovane, aperta.

I tratti di novità dello Spirito nella nostra vita

Possiamo però anche domandarci in modo più preciso: come lo Spirito ci rinnova? quali tratti di novità lo Spirito disegna nella nostra vita? Sono tanti, ma le letture che abbiamo ascoltato ne sottolineano qualcuno più degli altri. In particolare sono tre i tratti che mi colpiscono maggiormente e sui quali vorrei attirare anche la vostra attenzione.

Un primo tratto. Nella prima lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, lo Spirito scende come un fuoco, che però poi si divide in tante lingue, che si posano ognuna su un discepolo. Lo Spirito è uno, ma poi si divide in tanti doni personali. A ciascuno viene dato un dono particolare e in qualche modo unico, perché è davvero personale. Anche per questo motivo coloro che riceveranno la cresima sono stati presentati con il proprio nome, e io stesso, prima di ungere con il crisma la fronte di ogni cresimando, pronuncerò di nuovo il nome personale di ciascuno. Lo Spirito Santo ci conosce personalmente, ci ama in modo personale, ciascuno con il proprio nome, ciascuno e ciascuna con la propria storia, con la propria vocazione, ciascuno e ciascuna con i propri doni e le proprie qualità.

Nello stesso tempo – e questo è il secondo tratto di novità – san Paolo, nella seconda lettura che abbiamo ascoltato, ci ha ricordato che a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito, ma per il bene comune. Cioè: ciascuno ha il suo dono, ma per il bene di tutti, per il bene degli altri. Non semplicemente per il proprio bene personale, ma per il bene dei fratelli e delle sorelle, per un bene comune, condiviso.

Se io sto bene e tu stai male, questa non è l’opera dello Spirito, che invece vuole che il bene sia condiviso e sia per tutti. Anzi, lo Spirito fa di più: ci aiuta a comprendere non solo che il bene è autentico quando è condiviso, ma ci fa capire che il vero bene è la comunione. Il vero bene è la relazione, il vero bene è camminare insieme, il vero bene è ascoltarsi e comprendersi, pur parlando lingue differenti, come accade a Gerusalemme, nel giorno di Pentecoste.

Molti di voi stanno ancora studiando, e allora sapete meglio di noi, che magari, avendo studiato tanti anni fa, alcune cose le abbiamo dimenticate, che esiste una differenza importante tra i verbi intransitivi e i verbi transitivi. Ma anche la vita può essere così: intransitiva, nel senso di chiusa in se stessa, tesa a cercare solamente il proprio utile e vantaggio; oppure può essere transitiva, aperta agli altri, desiderosa di realizzare il loro bene, la loro gioia. Perché anche la gioia è così: o è una gioia condivisa, di tutti, oppure, se rimane solo mia, non è una vera gioia. Prima o poi mi delude, e si trasforma in amarezza, in tristezza.

La gioia e la pace

E questi sono altri due tratti con i quali lo Spirito rinnova la nostra vita. Le dona sempre la novità della gioia e della pace.

Quando, nel Vangelo di Giovanni, il Signore risorto si manifesta ai discepoli radunati insieme nel Cenacolo, dona loro lo Spirito e augura loro, per due volte, la pace. E il frutto di questo dono è la gioia: i discepoli gioirono al vedere il Signore. Anche questo è un dono che lo Spirito ci fa per rendere sempre nuova la nostra vita. Ci consente di riconoscere e di credere che Gesù è Risorto ed è davvero presente nella nostra esistenza e nella nostra storia. Che ci sono dei segni che ci aiutano a vedere la sua presenza, e a riconoscerla, grazie al dono dello Spirito che ci offre occhi nuovi, per vedere, orecchi nuovi, per ascoltare, labbra e bocche nuove, per dire le parole del Vangelo.

Il Signore è presente: è presente nella sua Parola che ascoltiamo, nel pane e nel vino che consacriamo, nella comunità che ci raduna, nel forestiero e nel povero che accogliamo. Il Signore è presente e lo Spirito ci dona occhi nuovi per vederlo, così da poter gioire per la sua presenza, e da poter accogliere e rimanere nella pace che solo lui può donarci.

State per ricevere il dono dello Spirito nel sacramento della cresima, che la Chiesa chiama anche sacramento della confermazione. Confermare significa rendere qualcuno fermo, stabile, sicuro.

L’augurio che tutti noi vi facciamo, la preghiera che diciamo per voi è allora proprio questa: che possiate essere confermati, cioè resi fermi, stabili, in questa fede, in questa gioia, in questa novità di vita, che è la novità che disegna in voi lo Spirito, rendendo la vostra vita capace di diventare dono, non per voi stessi, ma per gli altri, in una vita transitiva, non chiusa come le porte del Cenacolo, ma aperta, tesa a cercare il bene comune, tesa soprattutto a cercare il bene come comunione, come relazione, come gioia di stare insieme e di cercare insieme il Signore, il Signore risorto!

Di cercarlo e di annunciarlo agli altri, testimoniando per loro la vostra fede. Perché anche questo è un bene non da trattenere per sé, ma da condividere con gli altri: il bene della nostra fede, il bene della nostra amicizia con Gesù. Siate sempre suoi amici, amici e amiche di Gesù, perché anche coloro che incontrate, contagiati dalla vostra fede e dalla vostra gioia, possano avere il vostro stesso desiderio ed entrare anche loro nell’amicizia con Gesù.

Servizio fotografico Studio Roberto Mastronardi