Dopo 79 anni tornano a Montecassino sette reliquiari mancanti dal 1944

Tornano a Montecassino sette reliquiari portati via dopo la distruzione del febbraio 1944.

Parte da lontano la restituzione effettuata da Michael e Rosario questa mattina, 27 marzo, alle 10.30 nelle mani dell’Abate Luca. Parte da quei giorni immediatamente seguenti il 18 maggio del 1944 quando il Sergente dell’esercito degli Stati Uniti d’America, Salvatore J.Salemi, entra nella distrutta Abbazia e trova nove piccoli reliquiari che spedisce poi a casa alla madre, Girolama.

Di quei nove reliquiari, due probabilmente Girolama li regala a qualcuno a cui tiene molto e gli altri li conserva per sé e per la sua famiglia. E vengono, infatti, custoditi per 79 anni dalla famiglia Salemi con attenzione e devozione, sotto ad una teca con un rosario attorno alla statua della Madonna.
Alla morte di Girolama, nel 1970 i reliquiari passano alla figlia Rose che si sposta per lavoro tra l’Italia e la Germania fino a quando poi scompare negli Stati Uniti nel 2009 e le reliquie passano alla sorella Jean.

Ed è proprio Jean nell’autunno del 2022 a volere che le reliquie vengano restituite a Montecassino.
Da qui i primi contatti di Michael con l’Abate nel settembre 2022 e in seguito con associazioni che li hanno supportati per poter affrontare il viaggio e raggiungere l’Abbazia.

Solo nel gennaio 2023, però, si risale con esattezza all’attribuzione di quelle reliquie, quando Joseph Salemi – figlio di Salvatore e docente di Lettere Classiche- con un attento studio ricostruisce e trascrive le scritte presenti su ciascun reliquiario. Tutti mostrano ancora intatto sul retro il sigillo rosso in ceralacca.

Lo scambio di emails va avanti fino al 22 marzo quando appunto Michael scrive che lunedì 27 marzo sarebbe arrivato in Abbazia con suo cugino Rosario.
Nelle sue comunicazioni Michael annuncia anche la visita di suo padre, Caster Salemi – fratello di Salvatore- di 101 anni, che poi non se l’è sentita di affrontare il viaggio.

L’Abate Luca ha ricevuto la delegazione ed ha ringraziato Michael e Rosario “non soltanto per la restituzione, ma per esservi presi cura con amore e devozione delle reliquie fino a questo momento e per il lavoro e lo studio fatto per identificarle”

Le etichette apposte sui reliquiari restituiti indicano le reliquie come appartenenti a S.Guglielmo Vescovo, S.Giovanni Apostolo e Evangelista, San Luca Evangelista, Sant’Andrea il Confessore, San Matteo Apostolo, Sant’Ignazio Vescovo e Martire e Sant’Andrea Apostolo.

Negli anni sono state tante le opere o i frammenti di opere e gli oggetti che sono stati restituiti all’Abbazia, il tutto in quell’ottica dell’etica della restituzione che spesso, come in questo caso, investe parenti dei soldati che a Montecassino si trovarono a combattare e portarono con sè qualcosa che, in modi diversi, li avrebbe poi tenuti legati a quei terribili momenti della loro vita. Tante le restituzioni negli ultimi anni, quindi,  e tante anche le segnalazioni da parte del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale Italiano (NCTP) in merito ad oggetti presenti nelle aste di tutto il mondo: tarsie in legno e putti del coro della Basilica, frammenti di tarsie marmoree, candelabri ma forse quella più nota è la tela del De Matteis che riproduce l’Assunzione della Vergine Maria attualmente posta nella Cappella dell’Assunta nella zona del Prebiterio.

A trovarla tra le macerie fu il pittore militare Herbert Agricola che aveva l’incarico di ritrarre l’abbazia distrutta. Nel resoconto che si legge nel Diario di Guerra di E. Grossetti e M. Matronola, Agrigola dice appunto di aver trovato la tela tra le macerie ed essersi posto un problema di coscienza, se fosse cioè più o meno lecito prendere quella tela «“Si deve… è lecito… si può salvare da sicura rovina un’opera d’arte di questa specie? Una tale pericolosa situazione autorizza il rischio?” Io pensai ed agii come lo può fare un pittore». Nel suo caso, quindi, la decisione fu presa sulla base del proposito di restituirla, cosa che,  accadde appunto anni dopo quando si preoccupò di spedirla a Montecassino.

Ed è arrivata anche in questo caso, quello dei reliquiari, quella spinta che portato a chiudere il cerchio: 79 anni dopo, Jean ha sentito che fosse più giusto che quegli oggetti – che ormai erano parte della storia della sua famiglia – dovessero tornare al luogo a cui appartenevano.E se ne è separata.

A lei e alla famiglia Salemi è giunto questa mattina il grazie della Comunità monastica di Montecassino attraverso l’Abate Luca.