La Vita Monastica
La vita monastica cristiana ha le sue origini in Oriente, quando Sant’Antonio nell’Alto Medioevo si recò nel deserto d’Egitto. Questa forma solitaria di monachesimo fu ispirata da importanti figure della religione cristiana, come San Giovanni Battista, il Profeta Elia e lo stesso Gesù che trascorse del tempo nel deserto. Molti altri poi seguirono questa prima forma di monachesimo, incluso San Benedetto all’inizio della sua vita spirituale.
La vita monastica fondata sul principio della vita in comune piuttosto che sull’isolamento, cominciò a fare la sua comparsa nel IV secolo: monaci che vivevono in comunità di questo tipo sono chiamati “cenobiti”, per distinguerli dai monaci che invece sceglievano di vivere in solitudine chiamati “eremiti” o “anacoreti”. Ebbe inizio dunque un diverso approccio alla vita spirituale: il monastero divenne una sorta di famiglia bene organizzata, con delle regole e una struttura al cui centro c’era l’obbedienza a Dio e all’abate. San Benedetto abbracciò questo monachesimo di tipo comunitario e continuò ad ispirare il mondo scrivendo la Regola, un manoscritto sacro, che creava una organizzazione, una uniformità e una guida alla sua visione della vita all’interno del monastero.
Storicamente il monastero è sempre stato un luogo di immensa importanza per il mondo esterno: si ergeva a centro spirituale e incoraggiava l’istruzione, la trasmissione di testi antichi, la realizzazione di manoscritti, così come la conservazione delle opere d’arte.
La Vita Monastica
La vita monastica cristiana ha le sue origini in Oriente, quando Sant’Antonio nell’Alto Medioevo si recò nel deserto d’Egitto. Questa forma solitaria di monachesimo fu ispirata da importanti figure della religione cristiana, come San Giovanni Battista, il Profeta Elia e lo stesso Gesù che trascorse del tempo nel deserto. Molti altri poi seguirono questa prima forma di monachesimo, incluso San Benedetto all’inizio della sua vita spirituale.
La vita monastica fondata sul principio della vita in comune piuttosto che sull’isolamento, cominciò a fare la sua comparsa nel IV secolo: monaci che vivevono in comunità di questo tipo sono chiamati “cenobiti”, per distinguerli dai monaci che invece sceglievano di vivere in solitudine chiamati “eremiti” o “anacoreti”. Ebbe inizio dunque un diverso approccio alla vita spirituale: il monastero divenne una sorta di famiglia bene organizzata, con delle regole e una struttura al cui centro c’era l’obbedienza a Dio e all’abate. San Benedetto abbracciò questo monachesimo di tipo comunitario e continuò ad ispirare il mondo scrivendo la Regola, un manoscritto sacro, che creava una organizzazione, una uniformità e una guida alla sua visione della vita all’interno del monastero.
Storicamente il monastero è sempre stato un luogo di immensa importanza per il mondo esterno: si ergeva a centro spirituale e incoraggiava l’istruzione, la trasmissione di testi antichi, la realizzazione di manoscritti, così come la conservazione delle opere d’arte.