L’Abbazia di Montecassino tappa dei ‘paciclisti’ bresciani del Kaki-Tree Project

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Hanno raggiunto l’Abbazia di Montecassino martedì mattina 8 agosto alle 11.00 i pacicilisti (ciclisti della pace) in viaggio da Brescia verso Scampia in nome della pace, nell’ambito del Kaki -Tree Project di Nagasaki.

Le origini del progetto

Nel 1994 Masayuki Ebinuma, arboricoltore di Nagasaki, comincia a prendersi cura del fragile albero di cachi sopravvissuto alla bomba atomica di Nagasaki nel 1945. Nonostante più della metà del tronco sia bruciato, Ebinuma riesce a fargli produrre dei germogli e alcune piantine di “seconda generazione”.

L’artista contemporaneo Tatsuo Miyajima viene a conoscenza del lavoro quasi miracoloso svolto da Masayuki Ebinuma sull’albero di caco e decide di supportare questa attività. È il 1995 e Miyajiama pensa di farla conoscere a tutto il pubblico delle sue mostre, portandola così alla ribalta. In poco tempo riceve molte richieste e la prima scuola ad essere selezionata come sito in cui andare ad interrare una piantina di caco è la scuola elementare Ryuhoku in Taito-ku, Tokyo, nel 1996.

L’Associazione

NAGASAKI-BRESCIA KAKI TREE for EUROPE si occupa da oltre venti anni – principalmente in Italia ma anche fuori dai confini nazionali- di promuovere, diffondere e far conoscere il REVIVE TIME KAKI TREE PROJECT, il progetto, appunto, nato nella città di Nagasaki nel 1994 e che unisce, dunque, l’arte, il ricordo e la salvaguardia di testimonianze legate al disastro atomico che ha colpito la città di Nagasaki 78 anni fa.

Gli undici ciclisti bresciani, accompagnati dal Presidente dell’Associazione, Francesco Foletti e dal Consigliere comunale di Castegnato, Giulia Bonomelli, hanno pedalato quindi verso Scampia portando in diversi Comuni e località il loro messaggio per un mondo senza atomiche.

L’incontro con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

«Complimenti per la splendida iniziativa. Se avessi qualche decennio in meno vi accompagnerei per un tratto» con queste parole ha salutato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, i paciclisti che sono andati nella residenza estiva di Castel Porziano per vedere come stesse il kaki che il 2 ottobre dello scorso anno, in occasione della Giornata internazionale Onu per la non-violenza, aveva piantato proprio Giulia Bonomelli.

Non si aspettavano – non era previsto – di trovare anche il Presidente ad accoglierli per sentire dalle loro testimonianza diretta come sta andando e cosa muove questi undici paciclisti a portare in giro in località anche simboliche il messaggio affidato ad una tenera piantina di kaki. A loro il Presidente Mattarella ha affidato anche un saluto per il nuovo abate di Montecassino con la promessa di rivedersi in primavera in occasione degli ottanta anni dalla distruzione dei Montecassino e Cassino.

L’arrivo a Cassino

Lasciata la residenza presidenziale di Castel Porziano, gli undici paciclisti bresciani, hanno raggiunto nella serata di lunedì la città di Cassino, ospitati per la notte presso la comunità Exodus e martedì mattina hanno raggiunto il Palazzo Comunale della Città martire.

Qui la delegazione guidata da Francesco Foletti, presidente del Kaki Tree Project e Giulia Bonomelli, consigliere comunale di Castegnato ha incontrato i rappresentanti della Amministrazione Comunale e di alcune Associazioni di volontariato.

All’Amministrazione è stata lasciata una piccola pianta di cachi che proviene da quella sopravvissuta al bombardamento atomico su Nagasaki di 78 anni fa e che verrà messa a dimora il prossimo anno in occasione dell’ottantesimo anniversario dei terribili bombardamenti che distrussero la celebre abbazia di Montecassino e la città.

La tappa a Montecassino

Alle 11.00 in punto gli impavidi paciclisti con le loro magliette arancioni hanno raggiunto il millenario cenobio benedettino dove ad accoglierli c’era l’Abate Luca. Dietro di lui l’enorme bandiera della Pace srotolata a terra a coprire tutto lo spazio antistante l’ingresso antico sormontato da una enorme scritta : Pax. Un luogo simbolo, Montecassino, un luogo di rinascita che guarda alla Pace come all’unico obiettivo possibile di chi ha sperimentato la barbarie della guerra e della devastazione.

A precedere la comitiva i rappresentanti della Associazione Eqo che si sono adoperati per l’organizzazione della tappa a Cassino e a Montecassino e che ospitano una delle piantine di kaki negli Horti di Porta Paldi, loro sede.

La grande bandiera della pace ha preso, quindi, posto sotto a quel luogo simbolo che è l’antico portone d’ingresso all’abbazia. A sovrastarlo, imponente, la scritta Pax, Pace appunto, rifugio all’interno per tanti civili prima e durante i terribili momenti del febbraio 1944 quando il millenario cenobio benedettino venne quasi raso al suolo da bombardamenti alleati. E la presenza di Orazio, che a due anni si trovava proprio in quello scalone da rifugiato nel febbraio del 1944, ha reso l’incontro con ciclisti e volontari dell’Associazione ancora più emotivamente significativo.

L’accoglienza del Padre Abate

E l’Abate Luca non poteva non ricordare come “anche il motto dell’Abbazia, sempre rinata dalle sue macerie, sia Succisa Virescit – Recisa Rinasce e come simbolo abbia una quercia con nuovi germogli. Un significato molto simile quindi a quello che rappresenta questa piantina di cachi che voi portate in alcune località simbolo. Un po’ come anche facciamo noi insieme alle città di Norcia e Subiaco nel periodo che precede il 21 marzo, Solennità di San Benedetto. La Fiaccola benedettina pro pace et Europa una, infatti, parte da Norcia per raggiungere col suo messaggio di pace, ogni anno una capitale europea diversa.

Quando, infatti, Paolo VI nel 1964 proclama san Benedetto Patrono Primario d’Europa, lo fa con una Bolla dal nome Pacis nuntius – Messaggero di Pace. Da qui deriva appunto l’ importante compito di diffondere questo messaggio in Europa. Come anche voi che siete qui oggi sentite questo dovere di portare come monito, e come esempio, una piantina che, nonostante la devastazione, rinasce rigogliosa con la cura e le attenzioni di cui ogni cosa fragile ha bisogno.”

L’arrivo a Scampia

Alle 17.00 del 9 agosto gli undici paciclisti hanno raggiunto Scampia. Qui l’accoglienza è stata molto amichevole e hanno ritrovato la piantina di cachi piantata lo scorso ottobre. Giulia Bonomelli ha salutato tutti con una promessa e soprattutto con l’invito a continuare a seguire e supportare l’importante progetto perché, ha sottolineato: “Il nostro viaggio non finisce qui”.

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